In tutto il mondo si utilizzano pentole antiaderenti in cucina ogni giorno, comode e pratiche per ogni tipologie di cibo. I rivestimenti antiaderenti come il Teflon, però, sono oggetto di controversie.
Che cos’è il Teflon?
Le pentole antiaderenti, come padelle e casseruole, vengono rivestite con un materiale chiamato politetrafluoroetilene (PTFE), comunemente noto come Teflon.
Il teflon è una sostanza chimica sintetica composta da atomi di carbonio e fluoro.
La superficie antiaderente rende le pentole rivestite di questo materiale comode da usare e facili da pulire. Inoltre, richiede poco olio o burro, il che lo rende un modo sano di cucinare e friggere i cibi.
Non solo cucina
Il teflon ha molte altre applicazioni. Viene utilizzato anche per produrre rivestimenti per fili e cavi, protezioni per tessuti e tappeti e tessuti impermeabili per l’abbigliamento esterno come gli impermeabili. Un’altra applicazione che si usa nel settore industriale è il teflon adesivo per barre saldanti. Tuttavia, nell’ultimo decennio, la sicurezza delle pentole antiaderenti è stata oggetto d’indagine.
Una soluzione comoda e salutare
In generale, il Teflon è un composto sicuro e stabile. Tuttavia, a temperature superiori a 500°F (260°C), i rivestimenti in Teflon delle pentole antiaderenti iniziano a rompersi, rilasciando nell’aria sostanze chimiche tossiche (fonte 13Trusted). L’inalazione di questi fumi può provocare la febbre da polimeri, nota anche come influenza da Teflon. Pertanto, è possibile utilizzare le pentole antiaderenti sul piano cottura a calore medio-basso, ma non utilizzarle a calore massimo o per metodi di cottura più caldi come la cottura al vapore.
In conclusione, le pentole in Teflon rappresentano un modo sano e conveniente di cucinare i cibi, sicuro per l’uso quotidiano.
Liberamente tratto e tradotto da https://www.healthline.com/